Per conoscere la cucina italiana cosa è meglio, visitare l’EXPO o approfittare di un viaggio, per fare il tour delle trattorie locali? Voi cosa ne pensate?
testo Carlo Nannini
foto Ilenia Paoletti
Il primo maggio è stato inaugurato Expo Milano 2015, salone internazionale dedicato all’alimentazione, alla cultura del cibo e alla gastronomia, evento che abbiamo disertato rimandando la nostra visita perché invitati per un viaggio stampa nella provincia parmigiana, ovvero a Borgo Val di Taro, Bedonia, Tarsogno.
Di solito, quando parti per un reportage del genere, fai due buchi alla cintura, prendi fiato, rilassi le spalle e ti abbandoni alla serena consapevolezza che tornerai con un bagaglio aggiuntivo non indifferente, tutto sul girovita.
Chi frequenta gli stupendi passi circostanti e si ferma per riprendere fiato fra una serie di pieghe e l’altra sa di cosa stiamo parlando: è forse questa parte dell’Emilia un’ideale punta dell’iceberg della capacità di accoglienza, sapienza culinaria ed enogastronomica tipica italiana, tanto che ogni punto anche casuale di sosta fra un Passo del Brattello, un Cento Croci o un Santa Donna risulta sempre una certezza di poter gustare pasta fatta in casa, parmigiano prodotto a due passi di distanza, la famosa torta alle erbe; in ogni caso prodotti della filiera corta garante di genuinità e freschezza di ciò che possiamo trovare in tavola.
Per questo, mentre ci dondoliamo fra una curva e l’altra e fra una sosta fotografica e la visita ad un castello o un antico borgo in attesa della prossima degustazione, un parallelismo con l’Expo milanese ci sorge spontaneo: il Salone appena inaugurato sarà in grado di rappresentare una cultura della buona tavola già perfettamente radicata ovunque nel nostro Paese? Non avremo visto più noi in un paio di soste in trattoria, o alla festa della torta di erbe di Albareto dove le volontarie sfornano pasta fatta a mano col gas a battuta che non i milioni di visitatori in coda per entrare all’Expo per vedere filmati su ecosostenibilita’ e filiera corta?
In sostanza, non era meglio portarli tutti in trattoria?
Nell’attesa di trovare una risposta, vogliamo rendervi partecipi delle prelibatezze e dei luoghi che ci hanno ospitato in Valtaro e Bedonia, primo fra tutti il castello di Compiano, col suo stupendo borgo medievale perfettamente conservato e la parte centrale che ospita, neanche a dirlo, un ristorante albergo e poiché la zona è famosa per la produzione di funghi, del porcino in particolare, numerose sono le attività commerciali che dedicano a questa prelibatezza ampio spazio nelle vetrine e ovviamente nella cucina, come abbiamo potuto provare nelle tagliatelle fatte in casa dell’Hotel Plaza a Tarsogno che ci ha permesso di “ripulirci la bocca”, dopo il lauto pasto, con una vagonata di parmigiano. Evidentemente ce l’avevamo molto sporca.
Dopo un bel giro panoramico sul passo di Cento Croci e del Bocco, arriviamo a Bedonia dove all’elegantissimo Ristorante La Pergola proviamo due specialità della casa: la torta alla erbe tipica di questa parte di Emilia che qui a Bedonia fanno aggiungendo la ricotta e le lasagnette con besciamella e funghi porcini.
La Pergola è un ristorante molto rinomato, evidentemente, fra le persone del mondo dello spettacolo, tanto che numerose sono le foto che adornano le pareti di personaggi famosi insieme alle sorelle che gestiscono il locale e che preparano espressi tutti i piatti del menù. Elegantissima la pergola chiusa che dà il nome al ristorante, così come la fornitissima cantina. Copritevi se la visitate dopo cena.
Chiudiamo con un ristorante sulla via del ritorno dal Passo Santa Donna che unisce le valli del Ceno e del Taro, a Brunelli e che evidentemente è rinomato fra gli smanettoni locali e non, visto che per entrare ci siamo dovuti far largo fra bellissime supersportive.
Oltre all’ottima pizza anche a pranzo, al ristorante La Corte si può assaggiare i tortelli alle erbe e una tipica pasta ripiena di funghi porcini.
Dopo essere stati accolti e viziati, per non farsi mancare nulla, siamo andati a spiare come si produce la famosa torta alle erbe di Brunelli, visto che in una sagra di paese di questa piccola località si disputa la tenzone fra i produttori locali per decidere chi sforna la migliore.
Per fare una torta d’erbe ci vogliono grandi quantità di parmigiano e olio extravergine di oliva, quindi non è molto economica da produrre, ma è un ottimo modo per far mangiare verdure come bietole, spinaci e verdure dell’orto anche ai bambini.
In un piccolo angolo di Paradiso, attorniato fra alcuni dei Passi prealpini più belli, in poco più di ventiquattro ore, abbiamo visto toccato e gustato una quantità di sapienza esperienza cultura e storia dell’arte culinaria e dell’accoglienza che difficilmente si può descrivere con poche immagini o mediante i pannelli multimediali di un salone, anche se bello ed enorme come l’Expo milanese.
In attesa di vedere con i nostri occhi quello che avrà da offrire, ci consoliamo con i porcini secchi che ci siamo portati da Borgo val di Taro ripromettendoci di visitarlo quanto prima.
Certo, sempre che non ci invitino da qualche altra parte.
Ringraziamo infinitamente i comuni e gli enti del turismo di Borgo val di Taro e Bedonia e per la squisita ospitalità e per l’incredibile accoglienza che hanno regalato a Moto-Ontheroad.
Bravi, moto cultura e cucina sopratutto buona. Conosco almeno due dei ristoranti e veramente ne vale la pena… Dopo tanti anni in moto ora preferisco un ora meno di guida ed un ora di piu a tavola, ma mangiare bene…. la mia dose di panini l’ho gia scontata, niente in contrario, cambia l’età e la fame di moto si traduce anche in buona tavola.
ciao