Con il 21 marzo scatta nella testa di ogni appassionato il desiderio di ripartire. Ma attenzione ai pericoli della primavera in moto.
di Carlo Nannini (Kiddo)
Prima o poi un pezzo sulla primavera lo dovevo scrivere. È naturale, anche solo se penso a quanti aspettano il 21 di marzo per poter finalmente riattivare l’assicurazione sospesa per l’inutilizzo
Invernale, e come il motociclista in questi giorni si senta rifiorire come un bocciuolo di mughetto che sbuca dalla coltre nevosa del gelido e tristo inverno.
Questa cosa mi fa pensare in verità a due precedenti illustri: il primo è il babbo della famiglia Bredford, serie tv degli anni ’70, che col lavoro di giornalista riusciva a sfamare quella bracciata di figlioli e che ogni anno si vedeva affidato l’incarico di scrivere un pezzo sull’arrivo della bella stagione, nonostante avesse esaurito da tempo ogni argomento. L’altro sono le meravigliose strip di Stefano Disegni, di cui mi ricordo una bellissima vignetta in cui il motociclista a mezzanotte in punto del 20 marzo si presenta sotto la finestra della ragazza per andare a fare una girata, nonostante ancora faccia un freddo allucinante.
In effetti, per il mio primo giro primaverile, incoraggiato dalla temperatura gradevole, decido di avventurarmi sul mio Appennino tosco emiliano per una bella sparata, salvo trovare, disseminati per tutto il percorso, le tracce ben visibili degli alberi abbattuti dal vento, la strada sporca e umida, spesso cumuli di neve!
Ma la cosa più pericolosa, visto la poca manutenzione che le strade di montagna hanno avuto finora, sono i cumuli di brecciolino.
Mentre scendo dal Passo del Giogo in fondo ad un rettilineo un ragazzo in tuta di pelle mi fa cenno di rallentare prima che vada a frenare su un monte di ghiaia fine al centro della corsia come ha fatto purtroppo lui, che ha semidistrutto un 1198 nuovo di pacca.
Riparto ringraziandolo mille volte, decisamente più attento alle condizioni del fondo, e meditando seriamente che si, sarà anche primavera, ma per la guida sportiva su strada, forse è meglio aspettare Pasqua.