testo Claudio Falanga
foto Claudio Falanga (iPhone 5)
Terza città della Repubblica Ceca, Ostrava è sempre stata considerata città grigia (come per altro un tempo veniva considerata Milano) per i poderosi insediamenti industriali. Da circa vent’anni, con la fine di un’era produttiva, ha riscoperto i colori delle case, i verdi dintorni, ed anche l’aria non è più inquinata, anche se le acque del fiume che l’attraversa non sono ancora limpide.
Per celebrare questa nuova era, a Ostrava da 12 anni si tiene un festival musicale di levatura internazionale, dal nome evocativo: Colours of Ostrava.
La location del festival è straordinaria, proprio per il significato simbolico e per il senso di continuità storica dell’intera comunità cittadina con il proprio passato. L’antica fonderia di Ostrava, il più importante monumento di archeologia industriale d’Europa, ingloba l’evento nelle sue architetture a volte spettrali, a volte rese vive da illuminazioni colorate. Creata alla fine del 1800, la fonderia vide momenti produttivi con circa 40.000 addetti e restò in funzione, anche se con molti meno lavoranti, fino all’anno 1994.
La vicinanza con il confine polacco vedeva l’arrivo – in epoca di blocco sovietico – di molti lavoratori dal vicino paese, mentre ora l’evento Colours of Ostrava è motivo di interesse culturale per tutta l’area e anche di numerosi visitatori dal resto d’Europa.
Ostrava ha però motivo di interesse anche nella parte storica della città, con diversi palazzi in stile asburgico, qualche palazzo in stile liberty e qualcuno di epoca sovietica; belle piazze, numerosi locali che animano la vita notturna della città, soprattutto nella zona di via Stoldini.
Il Castello di Ostrava sorge nel verde di un parco ai margini della città. Qui si tennero le prime due edizioni del Festival Colours of Ostrava. Il castello, di epoca medievale, è sede di esposizioni ed eventi durante tutto l’anno ed è arricchito da grandi sculture di legno.
Vicino al parco cittadino sulle sponde del fiume Ostravice, si trova il Palazzo del Municipio, che se anche non bellissimo, ha il pregio di avere una torre di ben 85 metri d’altezza (visitabile con un biglietto da 2 euro) da cui si può godere della vista cittadina a 360°. D’obbligo una visita alla Birreria Ostravar, che produce alcune ottime birre tra cui la Velvet e la Kelt.
Nei dintorni di Ostrava troviamo Il Parco Landek, il più grande museo minerario della Repubblica Ceca. Qui è possibile visitare alcuni dei cunicoli estrattivi con visite guidate, per conoscere i metodi di escavo che facevano di questa miniera una delle più importanti d’Europa e una collezione di macchinari. La vista comincia con la discesa nelle viscere della terrà a una profondità di quasi 100 metri. In realtà si scende solo di pochi metri sotto la superficie, ma l’ascensore simula verosimilmente la sensazione che i minatori provavano ogni giorno per arrivare ai cunicoli estrattivi.
A venticinque chilometri di distanza , in direzione sud-est, troviamo i monti Beskydy, che con la vetta di oltre 1300 metri, d’inverno offrono la possibilità di sciare, mentre d’estate sono meta di trekking e escursioni.
A sud di Ostrava troviamo la cittadina di Stramberk su cui dominano le rovine del castello Strallenberg, dalla cui torre si ha una veduta sulle vallate circostanti.
Qui tutte le pasticcerie e i negozi di souvenir offrono le “orecchie di Stramberk” dolce tipico della zona legato alla cruenta usanza dei tartari di tagliare le orecchie dei propri nemici.
Ostrava ha molti locali e ristoranti che offrono la classica cucina ceca, a base maiale, zuppe, goulasch, accompagnati da patate e cavolo, il tutto innaffiato sempre dalla ottima birra locale.
Si ringrazia
Zuzana Rolná
Kateřina Bělunková
Ente Nazionale Ceco per il Turismo