Il Salone di Verona è sempre una gioia per gli occhi inimitabile: un’esplosione di suoni, colori, gente, metalli, plastiche, accessori, abbigliamento, gnocche, volantini, odori di fumo, carne arrosto, gomme, gas di scarico; spettacoli di supermoto, trial, freestyle, drifting.
Ma come sempre, la vera protagonista, perché qui c’è davvero tutto il mondo che le gira intorno, è la moto! Moto da sogno, da incubo, moto riciclate, moto vecchie, gloriose, bellissime e iperaccessioriate, brutte e arrugginite, moto che viaggiano, che non possono neanche camminare, moto da pochissimi soldi che ti portano dappertutto, moto carissime che non possono neanche uscire dal garage, moto che volano, moto che vanno pianissimo, moto da corsa, per saltare, per cacciarsi nei guai, per uscirne, per uscire ad ubriacarsi, per andare in due, per dormirci in tenda accanto, per farsi vedere, per non farsi neanche sentire, per gareggiare, per sognare di essere un gran pilota, per vincere, per scommettere al bar; moto che immancabilmente, hanno tutte un’unica cosa in comune, quel brevissimo momento in cui la guardiamo e pensiamo: questa è la mia!
Perché è diversa da tutte le altre, perché nel tragitto per portarla a casa, a volte anche prima, comincia la nostra storia insieme, che sarà diversa da ogni altra. Ed è proprio dall’esigenza che ogni motociclista sente di rendere la propria moto unica, personalizzata, idealizzata, che nasce il poliedrico mondo del Verona Bike Expo: frizzante, vivo, attivo, a dispetto del terribile calo di vendite che ha subito il settore motociclistico e del calo di interesse dovuto alla mancanza di apporto numerico delle nuove generazioni, intasate con il naso appoggiato sullo schermo di un telefonino invece che a sognare gli spazi e le emozioni vere che possono offrire anche le due ruote a motore. Un mondo, quello che si può ammirare a Verona, che dall’operosità, l’ingegno e la voglia di fare degli addetti del settore sembra senz’altro il più voglioso e indice di una voglia di emergere dalla palude della crisi economica.
Un’operosità che spesso non trova riscontro in un reale ritorno economico; spesso si parla con persone, piccolissimi imprenditori di se stessi che investono in idee che muovono si interesse e denari ma in nome di una immancabile Passione per la moto. Ma l’importante è muoversi, provarci, perché spesso non è direttamente dall’idea che si è voluto promuovere che si trova di che campare, ma dal contatto con altre persone, dallo scambio di idee, dalle prospettive inaspettate che si offrono a che ci ha provato, si è mosso. Per questo, alle persone che giustamente ci stanno provando, e che hanno regalato l’ennesimo grande show del Verona Bike Expo, va il nostro più sentito e forte ringraziamento e abbraccio.
Parlare esaustivamente di tutte le splendide special viste al Salone sarebbe come vuotare l’acqua del mare col secchiello (un biblico Kiddo); perciò, ci concentreremo in modo del tutto sindacabile e soggettivo su alcune delle novità che ci hanno maggiormente attratto. Fra queste, se si parlava di progetti un po’ folli, forse acerbi ma coraggiosi al limite dell’incoscienza e dall’enorme potenziale di immagine e operosità, merita lo scettro di regina del Bike expo veronese la Dìàne dell’Officina Super Motocicli.
Di derivazione Benelli TreK, moto rimasta a lungo tempo invenduta nel parco usato di DNA moto di Firenze, è stata profondamente rivisitata nelle sovrastrutture, nel serbatoio fatto di lastre battute a mano, nello scarico dal sound difficilmente omologabile, nel ponte di comando, nel retrotreno dal pneumatico oversize. Chiedendo a Mau, il titolare dell’impresa, cosa la accomunasse al marchio Citroen, ci ha risposto che il nome Dìàne era dovuto invece all’esclamazione spontanea dei visitatori del loro ateliér toscano trovandosi davanti a questo strano affascinante mostro: “Dì hane!”, da cui il nome. Interessante anche la spregiudicata realizzazione su base Bmw K 75 dalla guidabilità rivoluzionata, almeno a giudizio di chi l’ha provata.
Proposta altamente curata nella realizzazione, nel progetto, nella presentazione è la splendida gamma della veneziana squadra “Di Ferro”.
L’officina di Mogliano Veneto realizza special su disegno o richiesta del cliente su base Bmw, mentre a Verona erano presenti in grande stile con una gamma diversificata e molto interessante su base Kawasaki W800, l’intramontabile bicilindrico parallelo ad aria dal look vintage. Con poche ma importanti variazioni di componentistica come le sospensioni, le piastre di sterzo, la fanaleria, le sovrastrutture in alluminio, le selle, i serbatoi o di finitura e verniciatura lucida, nera, spazzolata si crea così una vera e propria gamma degna di una piccola Motorcycle Company che propone tre modelli:
Fra le innumerevoli chicche che questi tre diversi pezzi d’arte propongono rammentiamo ad esempio il solo codone della tracker in alluminio ricavato dal pieno.
Di Ferro nasce dalla volontà e dall’idea di Marco Lugato, pilota e designer, che progetta “motociclette per fare quello che ci va di fare e dire quello che ci va di dire”. Cosa aggiungere? Forse solo il prezzo, che per la tracker, che sempre e solo a personale e sindacabile giudizio rimane la più desiderabile, si colloca intorno ai 20.000 euro. www.motodiferro.it Da quando sono apparse le prime foto su internet, eravamo curiosi di ammirare dal vero le creazioni di Fabio Marcaccini, in opera ed arte Unitgarage, che realizza splendide trasformazioni su base R 1200 GS, e recentemente su R 1200 R. l’idea è semplice: realizzare un kit che permetta di trasformare in poche ore di lavoro e in maniera assolutamente reversibile una vecchia Gs 1200 in una special che richiama nelle forme la primigenia R 80 G/S, denominata R 120 G/S. Dal punto di vista ciclistico rimane la stessa identica moto, ma con le sovrastrutture del kit cambia radicalmente l’aspetto estetico, apparendo più bassa e maneggevole. In realtà, trovandosela davanti, si ha una sensazione di moto maggiormente friendly, ma non stravolta nella guida. Però, va detto che la vostra R 1200 Gs magari con diversi anni sulle spalle, vi potrà apparire assolutamente rinnovata. Tutto sommato, considerando il prezzo di borse, accessori e altre chicche che spesso regaliamo alla nostra amata, 3.500 € per un lifting totale, non sono neanche una cifra esorbitante. Esposte al Verona bike Expo c’erano anche le nuove creazioni su base R 1200 R di Marcaccini: la “Xrambler” e la R 120 R. per entrambe un bel tocco di personalità e un tuffo nel passato. www.unitgarage.com
Sempre a tema Scrambler, decisamente la tendenza predominante se si parla di modificare la vecchia moto un pò trascurata in garage, la splendida realizzazione di Alessandro Arletti. Abbiamo scoperto questo incantevole oggetto di reale desiderio in bella mostra nello stand di XRacing, azienda artigianale che produce scarichi completi per moto a prezzi concorrenziali capitanata da Claudio Berlato, appassionato motociclista.
Da antologia della sburonata l’americanissima e preziosissima creazione su base Harley Davidson XR 1200 di Favorite-Cycles, una bestemmia crediamo nel conservatore mondo Harley, ma che non poteva passare inosservata, almeno per il coraggio di trasformare una moto che richiama il mondo delle gare di dirt track in una vera e propria maxienduro oberata di parti anodizzate. Una preghiera dal nostro fotografo ai signori americani: una lucina in più, per favore, nello stand…
Nel padiglione 6, a pochi passi dallo stand di Moto-On the road, vogliamo infine segnalare il graditissimo e inatteso ritorno del marchio Vertemati. Protagonista dagli albori del mondo supermotard, ma anche enduro, quello dei fratelli Vertemati è stato IL mezzo più ambito dagli appassionati del genere per gli anni immediatamente a cavallo dei due millenni. Si ripresentano oggi, e questo consentiteci di salutarlo come il più bel segnale di una possibile ripresa del settore, con una moto nuova di pacca: un bicilindrico da 1000 cc preziosissimo e costosissimo montato su una naked che a prima vista giudichiamo agilissima. Un vero gioiello della eccellenza italiana di cui andare fieri.
Finché ci saranno persone che continueranno a credere in nuovi progetti, e che continuano a portarli avanti con coraggio, siamo sicuri che ci saranno persone disposte a sognare e a spendere per mettersi in garage quei sogni. Ovviamente, questo continuerà a permettere a noi, poveri ma appassionati cronisti, di raccontare le loro storie, ed alimentare quei sogni.