Quando si parla della Repubblica Ceca subito il pensiero va a Praga, la capitale, meta di moltissimi turisti da tutto il mondo. Meno nota ma ugualmente molto interessante è Brno, la città principale della Moravia.
Da Brno partiamo per il nostro tour che ci porterà a scoprire alcuni dei maggiori punti di interesse della regione della Moravia: tra storia, natura, castelli e buon vino.
Visitare Brno può rivelarsi molto affascinante, essa racchiude in sé molte ricchezze storico-culturali ed è, al contempo, una città viva e frequentata da molti giovani che studiano presso la sua università.
Il cuore della città di Brno è Piazza della Libertà (Náměstí Svobody), con la sua insolita forma a triangolo su cui convogliano tre strade principali che furono direttrici fontamentali fin dal medioevo per mercanti e visitatori. La piazza è incorniciata da palazzi con stili differenti tra loro (dal rinascimentale al contemporaneo) e al centro accoglie una “macchina del tempo”, per favore non chiamatelo orologio, dalla forma e dall’aspetto originale: un siluro realizzato in marmo nero che alle 11.00 in punto (il perché lo capirete quando parleremo della cattedrale di Petrov), ogni giorno, suona e lascia cadere una biglia di vetro. Le persone attendono intorno ad esso e, attraverso le sue fessure laterali, infilano la mano all’interno per cercare di prendere tale trofeo che, si dice, porti fortuna.
Castello di Spilberk
Non si può andare a Brno senza visitare il Castello di Spilberk, raggiungibile attraverso delle comode stradine tra il verde, che portano sulla collina da dove domina la città. L’area è perfetta per rilassarsi all’ombra e godersi il parco molto curato, mentre lo sguardo è appagato dalla vista sulla cattedrale sul colle Petrov e sulla città.
Il Castello ospita spesso mostre temporanee ed è un luogo molto amato dagli abitanti di Brno che vengono cui a passeggiare, a fare sport o a trascorrere la pausa pranzo a due passi dal centro storico.
Per chi viene a Brno dall’Italia è d’obbligo una visita alle carceri della fortezza, dove vennero rinchiusi i nostri connazionali Silvio Pellico, che proprio durante la sua detenzione presso il carcere di Spilberk scrisse “Le Mie Prigioni”, e Piero Maroncelli, scrittore e musicista, che con lui venne imprigionato anch’egli per ragioni politiche.
Gli interni delle celle sono stati ricostruiti per permettere al visitatore di capire ed immergersi il più possibile nell’atmosfera del passato, la visita è molto piacevole, anche se il termine “piacevole” non si addice molto a questi luoghi angusti che furono scenario di sofferenze e privazioni.
Il Castello ospita anche uno spazio espositivo con delle teche contenenti oggetti dei detenuti, strumenti di detenzione, manufatti dei carcerati e documenti storici originali.
All’interno del parco che circonda la fortezza una lapide con l’immagine della Lupa che allatta Romolo e Remo, sta a ricordare tutti i patrioti italiani che dal 1820 al 1830 furono rinchiusi nelle carceri.
Rifugio antinucleare 10-Z
Ai piedi del colle su cui si erge la fortezza dello Spielberg è possibile visitare un luogo denso di fascino e tracce storiche, allestito e conservato in modo tale da ipnotizzare chiunque vi entri: il rifugio antinucleare 10-Z.
Assolutamente da non perdere. Subito si viene catapultati in una atmosfera surreale, ma al tempo stesso ricca di tracce storiche. L’arredamento, gli oggetti, gli strumenti per la sopravvivenza, i mezzi per comunicare con l’esterno. Sembra di essere in un film. Eppure questo rifugio è tutt’ora efficiente e pronto a funzionare in qualsiasi momento, tanto che c’è la possibilità di soggiornarvi in caso si abbia voglia di provare un’esperienza unica (fare riferimento al link nel paragrafo precedente).
Il grosso generatore perfettamente funzionante, le brande, la cucina con i cibi in scatola a lunghissima conservazione, i bagni e le sale per le comunicazioni e trasmissioni: c’è tutto. Questo rifugio fu costruito per ospitare in caso di attacco nucleare per 3 giorni circa 500 persone, ovviamente era destinato non ai normali cittadini, ma agli esponenti politici e ai rappresentanti di città e regione.
Fu edificato durante l’occupazione nazista dalla protezione civile ma venne confiscato alla proprietà dai comunisti appena salirono al potere. La sua realizzazione terminò nel 1959.
Fino al 1993 questo rifugio fu gestito dai militari e tenuto rigorosamente segreto, ora l’intenzione è quella di farlo conoscere a più persone possibili e renderlo un centro culturale e di incontro e far sì che tenga sempre vivi i fatti storici che portarono Brno, ma non solo lei, ad essere la città che è ora.
Cattedrale di San Pietro e San Paolo
Riemergiamo ora dal cuore del colle dello Spilberk per andare a conoscere la cattedrale di Petrov di cui abbiamo potuto assaporare la vista dall’alto e che ci ha incuriosito riguardo al rintocco delle sue campane alle 11.00 di ogni giorno invece che alle 12.00.
La Cattedrale di San Pietro e San Paolo è raggiungibile attraverso una piccola passeggiata che dal centro di Brno porta sul colle Petrov che la ospita e da cui si ha la vista sulla città. E’ realizzata in stile neogotico e racchiude in sé la storia della città. E’ imponente e ricca di elementi architettonici, forse più all’esterno che all’interno: il Cristo insolitamente posizionato esternamente alle mura, le sue alte guglie a spillo, il pulpito sulla facciata.
L’interno è meno ricco ma sicuramente meritevole di una visita (informatevi prima sugli orari di apertura): una statua di una Madonna con il bambino del 1300, una pietà tardo gotica e anche elementi barocchi come gli altari e il ricco pulpito di legno.
La storia racconta che durante la guerra dei trent’anni il generale svedese Torstenson impartì l’ordine alle sue truppe di prendere la città prima del rintocco di mezzogiorno. Il comandante Raduit des Souches , venuto a conoscenza delle intenzioni dei nemici, diede disposizione di suonare le campane della Cattedrale con un’ora di anticipo, alle 11.00. Così gli invasori, pensando di aver ormai fallito l’impresa, si ritirarono lasciando libera Brno. Ecco svelato il perché anche la macchina del tempo in piazza della Libertà suona anch’essa alle 11.00.
Scendendo dal colle Petrov verso il centro si raggiunge la piazza del Verde, la piazza del mercato (Zelný trh), con al centro la fontana che raffigura le allegorie degli antichi imperi di Grecia, Persia e Babilonia e su cui si affacciano la statua di Mozart con la faccia da bambino (si trasferì qui molto giovane con la famiglia) che si esibì al teatro Reduta e il museo del territorio moravo.
Chi immaginerebbe mai che questa piazza così viva e frequentata dagli abitanti di Brno nasconda un labirinto sotterraneo risalente all’epoca medievale? Eppure è così.
Labirinto sotto Zelný trh
E’ molto interessante vedere come il sottosuolo è stato utilizzato fin dal medioevo per la conservazione di prodotti alimentari e la maturazione dei vini; successivamente poi gli stessi locali vennero anche usati come rifugio in caso di guerra. Molte di queste cantine sono state scoperte solo recentemente e per diventare accessibili ai visitatori sono state necessarie opere di messa in sicurezza. In origine le cantine al di sotto della piazza non erano collegate tra di loro, questo è avvenuto solamente nel 2009 quando furono aperte al pubblico.
Qui i turisti possono farsi un’idea sull’utilizzo dei sotterranei all’epoca in cui furono costruiti: come il cibo è stato mantenuto usando le cantine come frigoriferi, come venivano conservati barili di birra e di vino (la tradizione del vino e della birra è molto antica in queste terre) o di come i prodotti alimentari venivano stoccati in cesti e vasi. In una sezione viene anche mostrata l’evoluzione degli strumenti di illuminazione, dalle prime torce o di candele alle lampade a petrolio.
E’ presente una mostra con gli oggetti di uso quotidiano ritrovati nel corso della ricerca archeologica ed è possibile vedere un laboratorio alchemico dell’epoca che attira l’attenzione sui medici, farmacisti e fisici che hanno vissuto e lavorato a Brno e l’hanno resa famosa in tutta Europa . Inoltre è stata allestita una parte con degli strumenti di tortura e detenzione usati per punire i commercianti disonesti.
Riemergiamo di nuovo dalla Brno sotterranea per continuare il nostro tour attraverso il centro storico di Brno.
Camminando attraverso le stradine di Brno si è colpiti da enorme coccodrillo imbalsamato appeso a mo’ di trofeo al soffitto dell’entrata del Municipio Vecchio: a tutto c’è una spiegazione, ovvero più di una. Molteplici leggende ruotano attorno a questo grosso alligatore che si dice divorasse le ragazze illibate, ognuno vi racconterà quella a suo parere più attendibile, noi abbiamo semplicemente malignato sul fatto che sia presto rimasto senza cibo.
Ossario sotto la Chiesa di San Giacomo
Per proseguire questo tour non convenzionale del capoluogo della Moravia ci dirigiamo verso la chiesa di San Giacomo per visitare l’ossario che si trova nella sua cripta. Un luogo molto interessante, macabro ma allo stesso tempo affascinante. L’ossario di Brno si dice sia secondo solo dopo Parigi in Europa per numero di ossa.
Da analisi antropologiche risulta che questi resti scheletrici appartengano a vittime della peste medievale, epidemie di colera e di battaglie durante l’assedio svedese.
Ossario – Chiesa di San Giacomo – Brno
L’ambiente è allestito con gusto, l’illuminazione è ben studiata e anche il sottofondo musicale contribuisce a rendere la visita emozionante. Si può vedere in meno di 30 minuti e si tratta di un’esperienza molto particolare e inquietante ma vivamente consigliata.
Brno si è rivelata una città molto ricca di opportunità, molteplici i suoi punti di interesse assolutamente diversi tra loro ma che, tutti insieme, raccontano la storia di una città che ha molto da dire.
A circa 40 chilometri da Brno, in direzione Nord-Est, nella zona del Carso moravo, si trova una attrazione naturale che vale assolutamente di essere visitata: l’Abisso Macocha. Un vero e proprio viaggio al centro della terra.
Arrivati al parcheggio si può decidere se raggiungere l’ingresso della grotta a piedi oppure a bordo del trenino. Occorre tenere presente che all’interno delle grotte la temperatura è intorno ai 10° quindi è meglio vestirsi adeguatamente, inoltre, specie in alta stagione, sarebbe meglio prenotare la propria visita data la forte affluenza di visitatori.
La Guida accompagna i turisti nella grotta, una meraviglia naturale, le formazioni rocciose e calcaree sono assolutamente da vedere; si possono osservare stalattiti, stalagmiti e numerosi piccoli laghetti sotterranei, a tratti con un sottofondo musicale che rende l’esperienza davvero affascinante.
Al termine della grotta si esce all’aperto: siamo nella parte più profonda dell’abisso Macocha. Qui si alza lo sguardo e si rimane estasiati dalla forza della natura, è da questa posizione che davvero ci si rende conto del dislivello di 140 metri di questa gola.
La leggenda narra che il nome di questo abisso derivi da una donna chiamata appunto Macocha che cercò di uccidere il proprio figlio gettandolo dall’abisso. Egli però si salvò aggrappandosi ad un ramo sporgente e raccontò quindi l’accaduto. Macocha a quel punto, per la vergogna, decise di buttarsi giù dal dirupo e morì.
E’ possibile osservare questa gola anche dall’alto, la terrazza di osservazione è raggiungibile sia attraverso un sentiero nel bosco circostante, sia attraverso una comoda funivia che porta fino al punto di osservazione in cui si trovano anche negozi di souvenir e punti di ristoro.
La seconda parte della visita si svolge nel tratto sotterraneo del corso del fiume Punkva, navigando sulle sue acque a bordo di un battello. Tanto si è avvolti dalla roccia in questo tratto che occorre fare attenzione a non alzarsi, altrimenti si rischia di sbattere la testa sulle rocce. Si naviga come in uno stretto tunnel, un’esperienza incredibile.
Nella prossima parte proseguiremo il nostro viaggio in Moravia e vi parleremo di Olomuc e Mikulov, due città della Moravia ricche di storia e fascino.
foto e testo di Nadia Giammarco
Si ringrazia
Ente Nazionale Ceco per il Turismo