Testo e foto di Giampiero Pagliochini
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Il mio tour dell’Australia continua: lascio Yulara di buon mattino, direzione Kings Canyon, dove mi fermerò due giorni, in campeggio a Creek Canyon Station. Il Kings Canyon è una formazione rocciosa diversa dall’Ayers, un circuito di 3 ore a piedi ti porta fino all’estrema punta da dove si ha un panorama stupendo, per questo l’Australia non ha uguali. L’orizzonte è carico di nuvole, ma non ho alternative si va, destinazione sud Australia. Il primo giorno macino oltre 700 km, solo poche stazioni di benzina lungo la strada, ogni volta che faccio rifornimento ricevo lodi per questo pazzo che viaggia da solo, mi sembra strano per un popolo che si sposta continuamente in un continente più grande dell’Europa con appena 23 milioni di abitanti, ringrazio e via di nuovo.
Il sole sta tramontando quando mi ritrovo davanti una scenografia da paesaggio lunare, sono a Coober Pedy, il sito più grande al mondo per l’estrazione dell’opale. E’ quasi notte, faccio il pieno e poi cerco dove dormire: mi viene consigliato il Radeka Downunder Underground Motel, la sua caratteristica è che molte camere sono state ricavate nei sotterranei scavati per cercare questo minerale, veramente una cosa unica.
Verso il Sud Australia
Il giorno dopo proseguo verso sud: all’habitat arido che mi lascio alle spalle, ritrovo il verde. Sono in prossimità di Port Augusta, ho cambiato stato e di nuovo fuso orario, in Australia da ovest ad est ci sono 3 ore di differenza, a volte mi fermo per scattare foto e così vado lungo con gli orari, scelgo di dormire a Port Pirie, ma i prezzi sono inaccessibili, questo è una di quelle cose che non capisco di questo paese, torno sulla strada principale dove avevo avvistato un campeggio che affitta roulotte, 45$ australiani (circa 30€) affare fatto, poi un salto al vicino distributore dove c’è una tavola calda, e di solito dotati di ATM, così faccio anche scorta di denaro e vado a nanna.
Fa freddo, mi sto avvicinando all’estremo sud e qui siamo in inverno pieno, entro ad Adelaide, fino ad ora di grandi città nemmeno l’ombra, al centro sosto e chiedo ad una ragazza, apre Google per verificare il percorso, mi dà una serie di indicazione ma non metabolizzo, altri 500 m e chiedo ad un signore anziano, vai dritto e quando incroci perpendicolarmente un’altra strada a sinistra poi non puoi sbagliare, fantastico ora ci siamo!
La strada sale, inizia a piovere, c’è nebbia, come è cambiato il clima, tutta la giornata sarà uggiosa, ma a sera avrò la conferma di due accessori che ho, eccezionali il Casco Givi e gli stivali Vendramini, impermeabili e protettivi a tutto. Dormo a Port Fairy, oramai solo motel, la tenda è solo un ricordo.
Oggi c’è il sole, è quello che ci vuole anche se il vento la fa da padrone. Dopo Warnmbool imbocco la Great Ocean Road, una delle strade panoramiche più belle al mondo, così recita la pubblicità, tutto vero, tutto straordinario, vedute mozzafiato con pareti a picco sul mare erose dal vento e oceano che sembrano scolpite da uno scultore, benché sia inverno ci sono tanti turisti. L’epilogo di questi luoghi sono i 12 Apostoli, faraglioni rocciosi in mezzo al mare, i conti non tornano, di sicuro ne manca uno e forse prossimamente il numero è destinato a scendere, l’azione prepotente dell’oceano sta assottigliando gli stessi ed altre strutture – tipo L’Arc – sono crollate.
La sera sosto a Colac un paesino molto carino, ho attraversato una foresta scavalcando la montagna dal mare, temperature proibitive, ma sono un duro e non mollo.
Arrivo a Melbourne, la seconda città più popolosa dell’Australia
Melbuorne mi accoglie con il sole, il mio road book, carta e penna, non sbaglia. Arrivo a casa di Andrea Bellei, perugino doc che vive e lavora qui, sarò suo ospite per 3 giorni, tra una parola ed un’altra scopriamo che 10 anni fa ci siamo sentiti al telefono sempre per cose riguardanti le moto, il mondo è piccolo.
La sera la passiamo in famiglia insieme a Pina, un contatto avuto dall’Italia, che lavora alla camera di commercio di Melbourne, siamo suoi ospiti a casa del fratello, una serata bellissima in stile tutto made in Italy.
A Melbourne vive una consistente comunità italiana, Lygon Street è il cuore di questa Italia tutta ristoranti e caffè, nomi come TI AMO, Bella Napoli, la catena La Porchetta e tante altre denominazioni nostrane, rendono suggestivo questo angolo della città, quattro passi per questa via, dove i dialetti italiani si intrecciano alle tante attività. Pina mi è anche di aiuto per una cosa che riguarda il mio paese, Ponte di Ferro. A Melbourne vive Osvaldo Cimarelli, emigrato nel 1956. Di lui non ho nulla ma Pina in un attimo trova indirizzo e telefono, sono al settimo cielo, mi dico da libro Cuore, ma vengo gelato dalla risposta della moglie, Osvaldo ultra ottantenne è malato e purtroppo non può ricevere nessuno, ci ho provato, sarebbe stata una bella emozione.
Sydney, la città più antica d’Australia
Dopo 3 giorni mi lascio la città alle spalle, si va a Sydney! La strada sale, qui le chiamano le Alpi australiane, non sono alte ma la vicinanza del polo, e come scritto siamo in inverno, fanno sì che la temperatura sia molto bassa, ai miei lati vegetazione mediterranea e i soliti pascoli di mucche e pecore, a volte sembra di essere in Irlanda.
A Gundagai faccio sosta, il paese è famoso per miniere di carbone, fa notte presto; fatta scorta di cibo mi ritiro in camera, riscaldamento a palla. Mi sveglio di buon ora, faccio colazione e riprendo la M1, sotto ai miei occhi la solita cartina e carta e penna, Sydney mi accoglie con un sole stupendo e temperatura mite, non ci contavo, supero la città e dopo un tunnel mi ritrovo sull’Harbur Bridge, con l’Opera House alla mia destra due simboli della città, dormo nel quartiere nord della città, al Glendferrie Lodge, con visuale sulle due chicche che scruto dalla finestra.
Sydney per me è il crocevia del viaggio, infatti al mattino seguente mi reco da Vince Codello, manager di un’agenzia di trasporti marittimi ed aerei, finalmente ho la notizia che volevo, da Darwin si può spedire la moto a Singapore sia via aerea che nave, in tutti i giorni precedenti nessuna delle compagnie contattate ha saputo darmi una risposta, Darwin al nord dell’Australia sembrava una città di un altro stato, stranezze australiane.
Il pomeriggio lo trascorro visitando il centro della città, dove il fulcro è la S. George ST, poi un salto all’Opera House in compagnia di Daniele, un ragazzo di Catania che vive qui, l’appuntamento con lui è per le 20 quando si va a cena con amici.
Uno sguardo alla cartina, si va alle Blue Mountain, oramai entro ed esco da Sydney senza problemi, la difficoltà più grande è uscire dalla città per il traffico, poi in un giro di contachilometri si raggiunge Katoomba e lo spettacolo è assicurato.
Le Tre Sorelle sono l’attrattiva maggiore, tre speroni di roccia che si stagliano in prospettiva su chilometri quadrati del Blue Mountain National Park
I sentieri che si snodano lungo le pareti di roccia portano a vedute mozzafiato, dalla parte opposta delle Tre Sorelle si possono ammirare altre conformazioni rocciose con salti d’acqua senza uguali, peccato che in questo periodo le piogge siano avare. Rientro a Sydney nel primo pomeriggio e preparo tutti i bagagli, domani si va lungo la Queensland.