Non sono un tifoso Ferrari, non perché abbia simpatia per qualche altro marchio impegnato nella F1, semplicemente perché – se già poco interessato alle gare motociclistiche – sono completamente disinteressato a quelle automobilistiche.
Devo però dire che come tutti ho sempre considerato il marchio Ferrari un patrimonio nazionale, anche se non comprerei mai una macchina di Maranello, neppure fossi il signor Gates o il signor Ikea.
Ha trovato la mia attenzione l’enfasi data al siluramento (a peso d’oro vista la liquidazione) di Montezemolo, dove la questione sportiva è stata presa a pretesto per una manovra finanziaria legata alle azioni del Gruppo Fiat, che – chissà perché – hanno giovato di questo “cambio di guardia” (quando mischi l’acqua fredda all’acqua calda però ottieni l’acqua tiepida…)
Non sono comunque rimasto particolarmente colpito dalle questioni sportive né dalle questioni finanziarie, ma da Sergio Marchionne, il manager della FCA, dal suo stile disinvolto e poco formale, più da gestore di un bar di periferia (di quelli dove devi avere un’aria minacciosa) che di una multinazionale automobilistica.
E nel vederlo mi è venuta in mente la parodia di Maurizio Crozza (nella foto d’apertura), soprattutto quando ha detto più o meno: “Non auguro a nessuno di dirigere un gruppo automobilistico” – ci stava proprio bene a seguire: “Ma non ringraziatemi per questo”.