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20 Km/h in più: 1000 Euro di multa

di Carlo Nannini (Kiddo)

Il tassista pakistano che ci accompagna dall’aeroporto di Oslo all’albergo ci avvisa: ” se invece che a 60 all’ora vi beccano a 80, la prima volta ti sospendono la patente per sei mesi, la seconda un anno, la terza non te la rendono più”. Forse, spero, chi non è norvegese difficilmente beccherà le stesse sanzioni.

La pizzaiola di Dudeburger.no, un ristorante di Lillehammer dal nome improbabile dove abbiamo mangiato una pizza inaspettatamente buona, ci avverte dopo che abbiamo finito la nostra favolosa birra norvegese: “attenti, che qui’ in Norvegia il limite del tasso alcoolico è zero!”

Patrik, il simpatico ragazzo del concessionario Eker Performance che ci consegna la splendida Ducati Multistrada 1200s che ci ha accompagnato per oltre 2000 chilometri a spasso per fiordi rincara la dose: “se vedete 60, andate a 60! La multa per venti chilometri all’ora in più è l’equivalente di oltre 1000 euro!”, e visto che quando ritiro la moto mi annotano la patente, faccio sincero proposito di non fare tanto il bischero.

Così, non senza qualche pensiero, ci muoviamo da Fredrikstad cercando di fare più attenzione possibile ai limiti di velocità, e la cosa più difficile si rivela da subito riuscire a rispettarli in sella ad una vera superbyke seppur ammaestrata dai dispositivi elettronici, tanto che nel riding mode “touring” il Testastretta della nostra Rossa grattugiucchia sornione. Al primo sorpasso sull’autostrada in uscita da Oslo dove il limite arriva ai 110 km/ora, però, superati i 5000 giri si sente una poderosa ma lineare spinta che ti spara come un proiettile parecchi metri in avanti. La voglia di potermi divertire davvero con la Multi è grandissima, e sfido chiunque ami le belle moto, la guida sportiva e le belle strade a resistere alla tentazione di non aprirci un po’ il gas sulle sempre quasi perfette strade norvegesi. 

Ottimamente asfaltate e pulite, anche in posti dove si capisce che rimangano congelate per nove mesi l’anno, sempre appassionanti da guidare, quasi mai rettilinee, con panorami di una bellezza da togliere il fiato che spesso sono l’unico freno possibile alla voglia più che naturale di sciogliere le briglie a quella scuderia di cavalli che si ha sotto il sedere. Le strade della Norvegia sono giustamente da considerare come una meta essenziale per il curriculum di ogni motociclista. E’ sempre visibile il poderoso sforzo compiuto da questo Paese per migliorare la viabilità tramite meravigliosi ponti, traghetti veloci e accessibili per spostarsi da un’isola all’altra, tunnel anche sottomarini e lunghissimi, agghiaccianti in sella alla moto, strade che salgono su altopiani innevati anche nel luglio che ci ha visto avventurarci nell’ovest dei fiordi che si sono rivelate una vera appassionante avventura.

Ma una moto da turismo bella da guidare si apprezza tanto alle alte quanto alle basse velocità, e la Rossa anche nella maneggevolezza, negli infiniti cambi di direzione per le foto in movimento, anche nei semplici spostamenti da fermo è un giocattolo, tanto che risulta divertente e assolutamente prevedibile anche nel leggero offroad. Le sospensioni tarabili con pochi clic sui blocchetti, confortevoli in touring anche in due e con bagaglio risultano sempre perfette per risposta anche quando la guida si fa un poco più sportiva, terreno dove la Multi è assolutamente a suo agio. La posizione di guida è naturale e un po’ stancante per la schiena solo nei lunghi tratti autostradali, ottima la protezione dall’aria con il cupolino, regolabile con facilità estrema con una sola mano, in posizione alta. Il passeggero seduto in posizione rialzata è comodissimo ed è ottima anche la capacità di carico sul portapacchi per un eventuale bagaglio aggiuntivo da legare. Una purosangue, quindi, capace di ben sopportare anche il semplice turismo di lungo raggio.

Non ce l’aspettavamo che la Multistrada  potesse rivelarsi una compagna di avventura tanto piacevole, ma mai noiosa o scontata. Alla Rossa piace essere guidata! Non traggano in inganno i dispositivi elettronici, i riding modes, le mappature che rimangono un seppur complicatissimo ausilio alla sicurezza. La Multistrada non è una moto che “va da sola”, e forse proprio per questo ci è piaciuta tanto, al contrario richiede sempre un impegno fisico per impostare le curve, scendere in piega, mantenere la traiettoria. In percorsi belli come quelli norvegesi, si traduce in una esperienza di viaggio straordinaria, assolutamente indimenticabile. 

Le borse rigide, molto ben inserite nella linea della moto, sono insospettabilmente straordinarie per capacità di carico, anche se il meccanismo di sgancio ci ha dato dei problemi, fortunatamente risolti grazie all’aiuto di un ducatista finlandese che, armato di coltellino, ha restituito alla fotografa parte del guardaroba, ormai dato per spacciato a metà viaggio.

Tenuta la belva a freno per quasi tutto il giro, e un po’ in pensiero che lo spostamento di 400 chilometri dalla zona del centro nord dove abbiamo percorso la Atlantic Road a Lillehammer, nella Norvegia centrale, si rivelasse una noia mortale da ottanta all’ora, troviamo quasi subito dei motociclisti locali che ci dimostrano coi fatti che, come da noi, su strade semideserte ma sempre bellissime, i limiti di velocità possono diventare soggetti ad “interpretazione” anche in Norvegia, e sinceramente un po’ ci era venuto il dubbio quando, rispettando rigorosamente i limiti, venivamo superati anche dai camion.

Una bellissima strada che sale dal livello del mare ai 1700 metri dell’altopiano di Romdane si rivela una delle più belle girate in moto mai fatte, in sella ad una moto perfetta nelle reazioni, comoda, vigorosa, prevedibile e appassionante. La moto perfetta per emozionarsi alla guida, soprattutto in coppia. Ovviamente in Norvegia ancora di più, stando attenti a non beccarsi una multina da 1000 Euro!

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